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Missiroli, Mario.

Regista teatrale e cinematografico italiano. Diplomatosi in regia presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma, iniziò la sua attività presso il Piccolo Teatro di Milano lavorando come assistente di Strehler e realizzando alcuni spettacoli come La Maria Brasca (1960) di Testori e Assassinio nella Cattedrale (1963) di Eliot. Gli studi musicali compiuti al conservatorio e l'interesse sempre vivo per la musica lo portarono ad esordire anche come regista lirico nel 1959 con Il trovatore di Verdi. In seguito realizzò la messinscena di opere importanti quali la Cavalleria rusticana (1966) di Mascagni e I masnadieri (1972) di Verdi, che alternò a quelle di autori contemporanei come Berio e Petrassi. Collaborò anche come aiuto regista e sceneggiatore ad alcuni film di Zurlini e diresse La bella di Lodi (1963) da un soggetto di Arbasino. Nella seconda metà degli anni Sessanta mise in scena Il matrimonio (1968) di Gombrowicz e La commedia ripugnante (1969) di Witkiewicz, segnalandosi nell'ambiente romano del teatro underground. Dal 1976 al 1985 ricoprì l'incarico di direttore artistico del Teatro Stabile di Torino, allestendo opere di successo come I giganti della montagna (1980) di Pirandello, La villeggiatura (1981) di Goldoni, La mandragola (1983) di Machiavelli, Orgia (1985) di P.P. Pasolini. Nel 1988 presentò al festival di Spoleto un suo testo, Tragedia popolare, che descrive il periodo della caduta del Fascismo. Del 1990 è l'allestimento di Capitano Ulisse di A. Savinio e del 1991 la ripresa di un'opera minore di C. Goldoni, L'impresario di Smirne. Nel 1993 firmò la regia di Ferdinando, La rappresentazione del viaggio di Uliva, di anonimo fiorentino del XVI sec., e La bottega del caffè di C. Goldoni. Nel 2000 mise in scena Si gira! di L. Pirandello e L'importanza di chiamarsi Ernesto di O. Wilde (n. Milano 1934).